Dodici mesi di LILT

Dodici mesi di LILT

Un momento importante per dire chi siamo, cosa facciamo e dove stiamo andando a coloro, e sono tanti, che ci sono vicini e ci sostengono. Questo è l’Annual Report, appena pubblicato sul sito dell’associazione e disponibile anche in versione cartacea in tutte le sedi.

A coordinare il lavoro editoriale, che ripercorre 12 mesi di attività tra numeri e immagini, è Elena Ilaria Malvezzi, direttore generale di LILT Milano e Monza Brianza.

Direttore, che anno è stato il 2019 per l’associazione?

“Un anno importante. Con la modifica del nostro assetto statutario, nel 2019 siamo diventati associazione di promozione sociale e abbiamo aggiunto ufficialmente la provincia di Monza e Brianza nella denominazione, anche se in realtà il territorio fa parte della nostra storia dal 1948. Si sono svolte le elezioni di rinnovo del Consiglio direttivo e il prof. Marco Alloisio è stato riconfermato presidente”.

Quali sono i numeri più significativi dell’anno passato?

“I numeri sono tanti ma, a titolo esemplificativo, mi piace citarne tre che tratteggiano le nostre attività di missione: 25 mila tra bambini e ragazzi incontrati durante i percorsi di prevenzione nelle scuole; 123.958 visite ed esami di diagnosi precoce effettuati negli Spazi prevenzione e durante le campagne di sensibilizzazione; 11.100 interventi assistenziali offerti ai pazienti oncologici.

Risultati importanti resi possibili grazie al fondamentale supporto dei nostri volontari, che ci hanno donato 110.000 ore di attività, ma anche a quello di tanti donatori grandi e piccoli, che sostengono le nostre attività con generosità”.

Il 2020 si sta dimostrando un anno critico per l’intero mondo del no profit. Qual è il ruolo di LILT nell’emergenza sanitaria?

“Il ruolo che ha sempre avuto: essere un costante punto di riferimento nella prevenzione, nella diagnosi precoce e nell’assistenza ai malati di ogni età.

Il Covid-19 ci ha insegnato l’importanza del rispetto delle regole e dei corretti comportamenti individuali. E se li abbiamo fatti nostri, è perché abbiamo compreso che la salute è un bene primario da tutelare.

Non ci stancheremo mai di ripetere che tante malattie, tra cui alcuni dei tumori più diffusi, si possono prevenire seguendo corretti stili di vita ed effettuando controlli regolari. Come recita la nostra recente campagna di comunicazione: il cancro non si ferma a un metro di distanza!”.

Che cosa vede nel futuro di LILT?

“Sono molto fiduciosa sul futuro dell’associazione perché constato ogni giorno come le giovani generazioni siano attente alla salute, sensibili alla qualità dell’ambiente e aperte alla cultura dell’aiuto e alla solidarietà. Su queste basi, sarà più facile vincere la lotta contro i tumori che combattiamo ormai da 70 anni e che ha cambiato il nostro approccio con una malattia che registra percentuali di guaribilità in crescita.

Ho avuto il privilegio di lavorare con nomi prestigiosi dell’oncologia italiana, come Gianni Ravasi, Umberto Veronesi e Franca Fossati Bellani e ho potuto ricevere preziosi insegnamenti da ciascuno di loro. E ho seguito passo dopo passo la crescita di un’associazione che, da poche persone al mio arrivo, oggi annovera 86 collaboratori, 136 medici e professionisti e 659 volontari. E ne sono orgogliosa.

Vedo un’associazione che ha ancora tanta storia da fare e da scrivere”.

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