Fare volontariato allunga la vita

Fare volontariato allunga la vita

Ci sono tante ragioni per vivere un’esperienza di volontariato e, in particolare, nel settore oncologico. Un parente malato, l’esempio di chi è già volontario, il contatto con l’associazione sono alcuni dei motivi più ricorrenti che motivano a intraprendere un’esperienza di aiuto.

Meno noto è che donare il proprio tempo è un’azione che fa bene agli altri ma anche a noi stessi.

Fare volontariato gratifica, rafforza la fiducia in se stessi e, soprattutto, riempie la vita. Ma non è tutto. Aiuta a vivere meglio e più a lungo, come confermano studi e ricerche promosse nel mondo nel corso degli anni. Vediamo quali sono i reali benefici.

Più benessere per tutti

Il volontariato può essere considerato un intervento di promozione della salute pubblica. A confermarlo sono 40 ricerche raccolte dalla rivista Bmc Public Health che ha evidenziato come questa attività giovi alla salute mentale e alla sopravvivenza.

Per quale motivo sia un toccasana per la salute non è del tutto chiaro. Si ipotizza che buona parte dei benefici dipendano dalla vita attiva e dal tempo trascorso all’aria aperta e in movimento. Oltre a questo, avrebbe effetti positivi anche l’appagamento per la psiche, attraverso il sistema neuroimmunoendocrino che mette in comunicazione cervello, sistema immunitario e attività metaboliche.

I benefici sono validi anche per gli adolescenti che stanno meglio quando donano tempo agli altri, secondo uno studio pubblicato su Jama Pediatrics. Per loro i vantaggi riguardano da una parte l’umore e l’autostima, e dall’altro il peso forma e i valori del colesterolo.

Per tutti il volontariato è l’attività più piacevole della giornata, che si classifica davanti a studio e lavoro, come conferma l’Istat. Chi è volontario ama esserlo e l’effetto benefico si estende al resto della vita.

Cervello sempre giovane

Un’organizzazione americana che si occupa di ricerca scientifica in ambito gerontologico, The Gerontological Society of America, ha rilevato la relazione tra volontariato e funzionamento cognitivo tra gli individui di età dai 55 anni in su. I risultati supportano l’idea che l’esperienza possa proteggere dall’invecchiamento cognitivo rispetto al funzionamento globale. I ricercatori che hanno condotto la ricerca hanno raccomandato la prosecuzione di questi studi per aiutare a ridurre il peso del declino cognitivo legato all’età.

Anche in Italia, l’Istat ha rilevato che l’impegno a favore degli altri favorisce l’invecchiamento attivo, maggiore soddisfazione e una migliore qualità della vita (Rapporto annuale Istat 2018).

Un assist per il curriculum

Fare volontariato fa bene anche al curriculum. Se ne sono accorti gli americani. In un sondaggio nazionale negli USA, il 90% dei dirigenti delle aziende Fortune 500 ha dichiarato di credere che il volontariato aiuti a sviluppare il lavoro di squadra e fornisca preziose opportunità di sviluppo professionale.


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