Come scegliere l’attività fisica dopo un tumore

3 min lettura L'esperto risponde A cura di Cinzia Testa Ultimo aggiornamento:
Come scegliere l’attività fisica dopo un tumore

L’attività fisica fa bene a tutti, anche dopo l’esperienza di un tumore, come confermano le ricerche scientifiche. Tre le regole fondamentali: partire da una valutazione clinica, non strafare e divertirsi.

Lo hanno sottolineato anche all’ultimo Congresso mondiale di oncologia ASCO: l’attività fisica fa bene. Questo sempre, anche per i Survivor, cioè per quelle persone che hanno completato il ciclo di terapie antitumorali, non hanno metastasi oppure altre problematiche e che per questo vengono considerate “libere da malattia”.

L’attività fisica oggi è considerata uno degli strumenti fondamentali di gestione e prevenzione delle recidive della patologia neoplastica e sono tantissime le evidenze scientifiche che lo dimostrano. Ma qual è l’attività fisica più indicata? E cosa fare in pratica? Ce lo racconta Daniela Lucini, professore ordinario di Scienza dell’Esercizio fisico e dello Sport, Università degli studi di Milano e Responsabile servizio Medicina dello Sport ed Esercizio fisico, Istituto Auxologico italiano di Milano.

Professoressa Lucini, quali sono i benefici dell’attività sportiva?

Innanzitutto, sono benefici assolutamente mirati alla riduzione della probabilità di recidiva, cioè di ritorno della malattia. Altri invece riguardano la gestione di eventuali effetti collaterali legati ad alcune terapie adiuvanti. Si tratta di problematiche come l’aumento di peso, l’ipercolesterolemia, un incremento dei valori dei trigliceridi, ma anche, la stanchezza esagerata, l’astenia, i dolori muscolari. Ricordiamoci poi che, soprattutto se si tratta di persone over 50, hanno anche altra malattia, come il diabete, l’ipertensione e qui, l’attività fisica diventa un vero e proprio strumento di gestione della salute. Infine, agisce contro la depressione, l’ansia, l’insonnia e, in un’ottica di tipo riabilitativo, aiuta anche il recupero funzionale. Ma l’attività fisica è come un farmaco e come tale, se non viene prescritto nella corretta modalità e al dosaggio più idoneo, può provocare dei problemi.

Come deve essere quindi?

Ci vuole una valutazione clinica, e non mi stancherò mai di ripeterlo. Da qui, si stabiliscono gli obiettivi e si definiscono la modalità e il volume o dose di esercizio, cioè quanto e come. Tutto questo, considerando le preferenze della persona perché, quando pratica l’attività fisica, deve essere contenta di farlo. Inoltre, deve essere un’attività ben inserita nella organizzazione della sua giornata. Detto questo, non ci sono limiti, va bene la camminata, ma anche la bicicletta, il nuoto, la ginnastica in palestra. L’importante è non strafare.

Qual è la dose di fatica che permette di portare a casa dei risultati?

Faccio l’esempio della camminata, in assoluto la modalità che ci aiuta a portare a casa dei benefici, è facile da eseguire ed è anche economica come attività fisica. All’inizio, 20-30 minuti sono più che sufficienti, a passo sostenuto, almeno cinque volte alla settimana. Per ottenere dei risultati, l’intensità (cioè la fatica) dell’esercizio deve essere “moderata”, mentre si cammina la respirazione e i battiti cardiaci devono aumentare rispetto a quando si cammina normalmente (l’ideale sarebbe calcolare l’esatta frequenza cardiaca allenante eseguendo un test da sforzo) . E se si è in due, un metro di misura è la conversazione: bisogna rallentare se non c’è fiato per una frase, e accelerare se invece si chiacchiera senza difficoltà.

Lo yoga aiuta?

Lo yoga, come il Thai Chi e il Pilates, sono tecniche fondamentali per la gestione dello stress e per il rilassamento della muscolatura, che spesso è contratta. Questo è positivo, perché la contrattura muscolare ha una grande responsabilità per quanto riguarda il fattore dolore. Si tratta quindi di attività complementari, vale a dire, da aggiungere a quella aerobica per migliorare la respirazione, per stare meglio anche dal punto di vista psicologico.

Cancer Survivors Day

Sabato 21 giugno alle ore 9 in piazza Duomo, LILT celebra la vita che continua dopo un’esperienza di tumore con una seduta rigenerante di yoga. La partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria e aperta a tutti: pazienti, caregiver e a chiunque voglia esprimere solidarietà ai malati.

Immagine di nensuria su Freepik

Cinzia Testa

Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.