Il Virus del Nilo Occidentale: conoscerlo per proteggersi

3 min lettura Salute e Benessere A cura di Cinzia Testa Ultimo aggiornamento:
Il Virus del Nilo Occidentale: conoscerlo per proteggersi

In questi giorni l’Italia è il paese europeo più colpito dal West Nile Virus. Ecco come si trasmette, quali sono i sintomi e, soprattutto, come difendersi.

Avellino, Oristano, Bisceglie, Novara, Mortara. Queste sono solo le ultime città nominate in questi giorni per casi di infezione da West Nile Virus nell’uomo. Secondo l’ultimo bollettino ISS, Istituto Superiore di Sanità, con dati aggiornati al 20 agosto, sono 430 in Italia i casi confermati, mentre erano 351 nel bollettino della precedente settimana, con 27 decessi.

E come dichiarato dall’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l’Italia è il Paese europeo più colpito dal West Nile. «Al momento», hanno dichiarato dall’Iss, all’agenzia ANSA pochi giorni fa, «il numero dei casi riflette l’andamento epidemiologico degli ultimi anni. La proporzione dei casi neuroinvasivi sul totale è in linea con quella delle stagioni precedenti».

Cos’è e come si trasmette il West Nile Virus

Il virus West Nile è noto da tempo. È stato infatti identificato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto che porta il suo nome, per poi diffondersi in varie parti del mondo, Italia compresa. Gli uccelli selvatici rappresentano il serbatoio naturale del virus, che si trasmette all’uomo attraverso la puntura delle zanzare infette, soprattutto del genere Culex. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Sono possibili anche contagi tramite trasfusioni, trapianti o da madre a feto, ma si tratta di casi molto rari.

I sintomi del virus

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia generalmente fra 2 e 14 giorni, ma per fortuna in 8 casi su 10, l’infezione è asintomatica e si risolve da sé, senza che chi contrae il virus se ne accorga. Nel restante 20% circa dei casi, i disturbi sono perlopiù lievi, come febbre, mal di testa, nausea, eruzioni cutanee e linfonodi ingrossati.

Nei bambini si manifesta soprattutto con febbre leggera, nei giovani con dolori muscolari e occhi arrossati, mentre negli anziani i sintomi possono essere più intensi.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
In caso di sospetto, è importante rivolgersi al proprio medico o, meglio ancora, al pronto soccorso.

La diagnosi del virus

Per capire se si tratta di febbre West Nile, ci sono test di laboratorio effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. La positività viene quindi segnalata alle Autorità competenti, dal momento che è necessario procedere tempestivamente alla disinfestazione nella zona dove vive il paziente e attivare una sorveglianza più attiva.

Come difendersi dal West Nile Virus

Purtroppo, ad oggi non esiste un vaccino contro il West Nile. Per questo, la difesa più efficace è evitare le punture di zanzara. Questo vale per tutti e ancora di più per chi è in una condizione di fragilità come nel caso di chi ha una malattia oncologica.

Per questo, la difesa più efficace è evitare le punture di zanzara. Come? Innanzitutto, usare repellenti quando si sta all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe. Vale quindi la regola di installare zanzariere alle finestre e di eliminare l’acqua stagnante da sottovasi, secchi, ciotole e piscinette.

Immagine: Designed by Freepik

Cinzia Testa

Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.

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