Farmaci antiobesità: tra rischi delle contraffazioni e nuove prospettive di cura 

3 min lettura Salute e Benessere A cura di Cinzia Testa Ultimo aggiornamento:
Farmaci antiobesità: tra rischi delle contraffazioni e nuove prospettive di cura 

Contraffazioni pericolose e uso improprio mettono a rischio la salute. Intanto l’Italia riconosce l’obesità come malattia cronica e arrivano segnali di maggiore accessibilità alle cure. 

Acquisti su improbabili siti web alla ricerca dei farmaci antiobesità a costi bassi. Ma che possono essere elevati per la salute. È di pochi giorni fa la notizia di una giovane donna ricoverata d’urgenza in coma ipoglicemico, perché il principio attivo non era semaglutide, una delle molecole in commercio, ma insulina. Si tratta dell’ultima di un lungo elenco di corse in ospedale in emergenza e non solo in Italia, tanto da avere spinto un gruppo di ricercatori a indagare il fenomeno. Hanno individuato 59 siti illegali e acquistato semaglutide senza prescrizione. L’analisi ha messo in luce la presenza di principio attivo in dosaggi diversi da quelli approvati dalle Autorità, a scapito della salute.  

Verso un accesso più equo alle cure 

Una realtà che fa riflettere. Da una parte, c’è la fragilità di chi si vede obeso anche se in realtà si tratta di quel sovrappeso che avrebbe solo bisogno di uno stile di vita sano: un’alimentazione bilanciata, una regolare attività fisica, niente eccessi. Ma dall’altra, c’è chi ne avrebbe veramente necessità, ma non può permettersi il farmaco per questioni economiche. Al momento, la terapia è a carico del Servizio Sanitario Nazionale solo in presenza di malattia diabetica. Altrimenti, è a carico del paziente.   Ora, qualcosa si sta muovendo. L’Italia è la prima Nazione ad avere riconosciuto l’obesità quale malattia cronica, primo passo verso il percorso terapeutico, cioè terapie ed esami, a carico del Servizio Sanitario Nazionale.  E arriva da oltreoceano la notizia che, per ora solo negli Stati Uniti, le aziende farmaceutiche hanno accordato una riduzione del 30% del costo dei farmaci antiobesità.  

Da antidiabete a terapia antiobesità 

In origine si tratta di farmaci messi a punto per il controllo del diabete di tipo 2, quella legata agli errori di stile di vita. L’azione, inaspettata, sul dimagramento, ha portato i ricercatori ad approfondire questo aspetto. Da qui, la formulazione di nuovi dosaggi, differenti da quelli utilizzati per il controllo della malattia diabetica. E le nuove indicazioni. Nel caso dell’obesità, possono essere prescritti se risulta un BMI superiore a 30, oppure a 27 se sono presenti in più altre malattie e in primo luogo il diabete

«L’obesità è una malattia e come tale va affrontata», interviene Luca Busetto, Vice-Presidente Southern Region of European Association for the Study of Obesity.  

E’ necessario quindi innanzitutto che il farmaco venga prescritto da un medico dopo una attenta valutazione diagnostica.

Luca Busetto

Si punta spesso il dito contro chi ha un eccesso di peso, accusandolo di abbuffate alimentari. Ma non è sempre così. Come qualsiasi altra malattia, anche l’obesità può avere le sue ragioni, come ad esempio l’assunzione di terapie farmacologiche per altri problemi di salute «Il farmaco è importante, ma non è l’unico elemento del programma che viene impostato», aggiunge il dottor Busetto. «Sono necessari anche un piano nutrizionale ad hoc e un programma di attività fisica mirata. Questo anche per evitare un eccesso di perdita di massa muscolare che il calo ponderale rilevante permesso dalla terapia farmacologica potrebbe indurre». 

L’obesità non è solo una questione di peso: potrebbe essere strettamente legata alla salute metabolica, che comprende equilibrio glicemico, lipidi e pressione. Prendersene cura significa agire prima che insorgano complicazioni.

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Ph. Freepik

Cinzia Testa

Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.

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