E io? La paura dei malati di cancro in tempo di Covid-19

E io? La paura dei malati di cancro in tempo di Covid-19

Assistere i malati di tumore fa parte della missione di LILT da sempre. Durante l’emergenza sanitaria questo impegno è diventato ancora più prezioso per i pazienti che sono doppiamente esposti: al cancro e al Covid-19.

Renata, Giovanni e Rossella. Sono alcune delle persone che all’inizio della pandemia si sono chieste “E io?”. Una domanda semplice e drammatica insieme che racconta tutta la paura di trovarsi di fronte a un altro nemico, inatteso e subdolo.

Noi di LILT non abbiamo avuto incertezze. I servizi di assistenza per i pazienti oncologici non si sono mai fermati e sono stati tutti ripensati e riorganizzati per assicurare la massima tutela ai malati, modificando le modalità di intervento e attivando nuovi servizi in risposta dei bisogni diversi. Ma i costi di questa riorganizzazione sono cospicui e per questo chiediamo aiuto per sostenerli promuovendo la campagna di raccolta fondi “E io?”.

Terapie sicure, spesa a casa, telefono amico, presidi a domicilio, ArtLab 3.0. Sono i servizi per i pazienti oncologici di cui LILT si sta facendo carico anche grazie alla campagna.

 Aiuta i malati 

Terapie garantite e sicure

Le terapie oncologiche, come chemio e radioterapie, spesso debilitano ancora di più i malati di tumore. Ma sono appuntamenti ricorrenti, anche quotidiani, e a lungo termine. Sono tanti i pazienti che non riescono a recarsi in ospedale per le cure con mezzi propri o con quelli pubblici.

Ecco perché uno dei servizi più richiesti di LILT è quello dell’accompagnamento alle terapie presso i principali ospedali del territorio di Milano e Monza. Il servizio è dedicato alle persone in condizioni di fragilità economica o in stato di solitudine.

In tempo di pandemia, il servizio è stato riorganizzato tenendo conto del distanziamento sociale e delle regole igieniche con un aumento sensibile dei costi di gestione. Da marzo ad agosto prevediamo di accompagnare 2.410 malati oncologici tra casa e ospedali.

Giovanni, 74 anni e leucemico da due, è uno dei pazienti che LILT accompagna alle terapie 7 giorni al mese. “Un giorno sul tram, tornando dalla chemioterapia, le gambe hanno iniziato a tremare e la testa a girarmi – racconta lui -. Per fortuna i viaggiatori che erano con me mi hanno soccorso. Da allora i medici mi hanno raccomandato di farmi accompagnare quando vado a fare le terapie, 7 giorni al mese. Non posso più rischiare. Ho anche rotto l’omero scivolando in cortile mentre gettavo i rifiuti e non posso essere operato per la leucemia”. Ed è così che LILT, che già assisteva la compagna, ha cominciato ad aiutare anche Giovanni, accompagnandolo in ospedale.

“Alessandro, Matteo, Andrea. Prima della pandemia venivano a prendermi i volontari di LILT, erano quasi degli amici per me. Viaggiare con loro era un piacere. Ora viene a prendermi un pullmino e siamo tutti più taciturni per la situazione. Gli autisti sono attenti alla sicurezza: disinfettano le maniglie ogni volta che le tocchiamo e mantengono le distanze anche sul mezzo”.

 

Spesa a casa

Il pacco alimentare che LILT assicura ai pazienti oncologici indigenti spesso rappresenta l’alternativa tra nutrirsi o digiunare. Ci sono molte persone che faticano ad arrivare alla fine del mese con la pensione, in stato di solitudine, talvolta costrette ad acquistare farmaci per curarsi perché il sistema sanitario non li rimborsa. Prima dell’emergenza sanitaria, i pazienti ritiravano personalmente i pacchi alimentare alla sede di LILT o li ricevevano a casa dai volontari dell’assistenza domiciliare. Adesso è stato organizzato un servizio di consegna a domicilio coordinata dagli assistenti sociali. Tra marzo e agosto di quest’anno contiamo di consegnare 1.500 pacchi alimentari a domicilio.

ArtLab 3.0

Sono un centinaio gli allievi di ArtLab, laboratori artistici molto particolari che, attraverso le virtù dell’arte, aiutano a riscoprire la bellezza e la serenità della vita a chi sta sperimentando l’esperienza della malattia oncologica.

Tra passeggiate culturali, informatica, pratiche meditative, pittura e molto altro, chi frequenta i laboratori ritrova il piacere della socialità in un contesto familiare, dove tutti sono o sono stati pazienti oncologici.

Con la quarantena i laboratori non si svolgono più in presenza, ma a distanza: in forma di webinar, di tutorial, di pillola, di pensieri e immagini. Gli allievi sono invitati anche a viaggi virtuali, come quello alla Villa Melzi di Bellagio.

La Pillola di benessere, con opportunità e suggestioni per gli allievi, è quotidiana. Un appuntamento imperdibile per Renata, 70 anni, in chemioterapia settimanale.

“Quando ho ricevuto la prima Pillola di benessere mi sono commossa – racconta Renata -. Non ero più sola, qualcuno pensava a me, si prendeva cura di me. Ho provato un senso di gratitudine, di commozione. E da allora so che l’email arriva ogni giorno, che è lì ad aspettarmi anche se non la leggo subito. E poi ne parlo con le amiche, ce la scambiamo se ci è sfuggita, ne discutiamo. È una piccola cosa, ma mi fa sentire bene”.

Telefono amico

“Restare a casa” è stato difficile per tutti ma ancora di più per i malati di tumore, ancora più soli e preoccupati per le conseguenze della pandemia. Ecco che LILT ha pensato a un nuovo servizio per restare vicina a volontari: il Telefono amico. Un filo diretto di relazione d’aiuto gestito dagli assistenti sociali e dai volontari di LILT con l’obiettivo di non lasciare soli i malati in questo momento difficile.

Sono 120 gli assistiti che beneficiano del servizio.

Proprio come facevano quando era possibile l’assistenza domiciliare, i volontari e gli assistenti sociali ascoltano, registrano i bisogni, monitorano le difficoltà e fanno compagnia.


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