A Natale i dolci non mancano mai e diventano i protagonisti sulle nostre tavole. Per molti è il momento più goloso del pasto, per altri invece è fonte di ansia e sensi di colpa. Ma perché succede? E come possiamo vivere questo periodo con maggior equilibrio e serenità?
C’è chi aspetta il periodo delle feste con entusiasmo, pronto a godersi l’infinità di dolci della tradizione — dal panettone al pandoro, dal torrone ai marron glacé, giusto per citarne alcuni — e chi invece vive questo momento con una certa tensione, accompagnato da sensi di colpa e continue preoccupazioni sul peso. Per molte persone, infatti, durante le feste si accende quella vocina interiore che ricorda di “non mangiare troppi dolci, altrimenti ingrassi”, trasformando un piacere legato alla convivialità in un terreno minato.
Ma cosa porta così tante persone a vivere con ansia il momento del dolce? Forse il peso di una società ancora fortemente influenzata da canoni estetici irrealistici, dove il valore personale viene spesso misurato in base all’aspetto fisico. O forse un rapporto con l’alimentazione già fragile durante l’anno, che davanti ai dolci — simboli di festa, affetto e tradizione — diventa ancora più conflittuale. Eppure, ritrovare un equilibrio è possibile: conoscere i propri bisogni, ascoltare il corpo e imparare a vivere il cibo senza etichette, può trasformare questo periodo in un’occasione di piacere autentico, non di rinuncia. Ne parliamo con la dott.ssa Elisa Gardini, biologa nutrizionista LILT, esperta in disturbi del comportamento alimentare.
Durante le feste natalizie capita frequentemente di consumare più dolci: è davvero un problema per la salute o è possibile viverlo senza troppe rinunce?
Un aumento temporaneo del consumo di dolci durante le festività è del tutto normale per quella che è la nostra idea di socialità e, di per sé, non rappresenta un rischio per la salute. Ciò che conta non è il singolo periodo festivo, ma l’equilibrio nel tempo, tanto per chi convive con una patologia quanto per chi non presenta alcuna problematica. Se l’alimentazione quotidiana è varia e bilanciata, qualche dolce in più a Natale non compromette la nostra salute. Anzi, concedersi con serenità questo momento può favorire un rapporto più sano e flessibile con il cibo.
Ci sono porzioni o frequenze consigliate che permettono di gustare i dolci senza esagerare?
Non esistono regole valide per tutti. Una porzione adeguata è quella che soddisfa il gusto senza farci sentire eccessivamente pieni o farci perdere il senso di autoregolazione. Concedersi qualche dolce in più durante le festività è del tutto diverso dal mangiare in modo meccanico o compulsivo. Una buona abitudine può essere inserire il dolce in un contesto di pasti regolari, senza trasformarlo né in un tabù, né in un premio. Allo stesso tempo, fermarsi un attimo e porsi domande semplici come “Ho davvero fame o voglio mangiare quel cibo per ripremere altro?”, “Mi sento sazia o eccessivamente piena?”, “Come sta il mio stomaco in questo momento?”, può aiutarci a sviluppare una maggior consapevolezza dei nostri bisogni reali.
Dottoressa, perché molte persone provano sensi di colpa dopo aver mangiato un dolce?
Il senso di colpa nasce quasi sempre da regole alimentari rigide, aspettative perfezionistiche o dal timore di avere esagerato. In molti casi è l’idea che certi alimenti siano sbagliati a generare sofferenza, non il cibo in sé. Questo è particolarmente vero per chi ha una storia di diete restrittive o un rapporto difficile con il proprio corpo. Normalizzare l’esperienza del piacere alimentare è uno dei passi più importanti per ridurre questi automatismi emotivi.
Quali accorgimenti possono essere di aiuto per godersi i dolci in serenità?
Accogliere i propri bisogni alimentari e il piacere che ne deriva, permette innanzitutto di sperimentare una sensazione di soddisfazione non solo fisica, ma anche emotiva, in grado di proteggerci dagli eccessi. Ritagliarsi degli spazi per mangiare con presenza e piacere, senza giudizio e distrazioni, è un atto di cura verso noi stessi. Un altro accorgimento è quello di mantenere la regolarità nei pasti anche nei giorni di festa, così da arrivare al momento del dolce con maggiore tranquillità. Non serve compensare: questa strategia alimenta ansia e cicli di restrizione ed eccessi. E poi, ascoltare i propri segnali interni, fame, sazietà, desiderio, rimane la guida più affidabile. Con un rapporto equilibrato e flessibile, il messaggio è semplice: c’è spazio per tutto, anche per i dolci di Natale.
Biologa e divulgatrice scientifica. Dopo la laurea e il dottorato di ricerca, ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza e ha scelto di dedicarsi alla divulgazione scientifica. Si occupa principalmente di salute e prevenzione oncologica, con l’obiettivo di rendere la scienza chiara e accessibile a tutti.


