Tumori: i numeri positivi dell’Italia 

4 min lettura L'esperto risponde A cura di Cinzia Testa Ultimo aggiornamento:
Tumori: i numeri positivi dell’Italia 

Massimo Di Maio, Presidente AIOM, spiega i fattori chiave: prevenzione, diagnosi precoce e innovazione terapeutica. 

Chi pensa che i numeri relativi ai tumori, sopravvivenza compresa, siano sempre negativi, si sbaglia. Lo dimostrano i dati presentati nel corso della cerimonia inaugurale di apertura del Congresso AIOM, Associazione Italiana di Oncologia Medica, al cospetto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In Italia i pazienti oncologici vivono di più rispetto alla media europea. Nel nostro Paese, fra il 2020 e il 2025, è stimata una diminuzione dei tassi di mortalità per cancro del 14,5% negli uomini e del 5% nelle donne. Per dare un’idea, in Francia sono rispettivamente 10,4% e 2,8% e in Spagna 7,7% e 1,8%. Ma da cosa dipende questo nostro primato? E cosa possiamo fare per migliorarlo ancora di più? Lo abbiamo chiesto a Massimo Di Maio, Presidente AIOM, al ritorno dal congresso che si è appena concluso. 

Presidente Di Maio, qual è la spiegazione? 

Ce ne sono molte perché la riduzione della mortalità complessiva è un fenomeno legato a vari fattori. In primis alla prevenzione. Se esaminiamo i numeri nel dettaglio, vediamo che il dato di riduzione della mortalità più importante che abbiamo rilevato in questi ultimi anni, riguarda il tumore del polmone nei maschi. E questo, è conseguenza in grande parte delle campagne informative che hanno prodotto una diminuzione dei fumatori. Purtroppo, e lo dico con dispiacere, dei fumatori e non delle fumatrici, che al contrario negli scorsi decenni sono aumentate, con conseguenze che si specchiano nei dati, con uno scarto importante tra uomini e donne. L’altro fattore importante riguarda i controlli nell’ambito della prevenzione secondaria, che hanno un impatto sulla diagnosi precoce. Impatto, peraltro, che dipende anche dalle apparecchiature per la diagnostica, che oggi sono più raffinate.  

Hanno un ruolo anche le terapie? 

Si, certo. Va da sé che con la diagnosi precoce si individuano tumori che vengono gestiti con trattamenti potenzialmente risolutivi e questo chiaramente diminuisce il dato relativo alla mortalità. Abbiamo anche la disponibilità di sempre più opzioni terapeutiche anche per la malattia avanzata e metastatica, e questo ha un peso importante perché chiaramente per chi si ammala si allunga l’aspettativa di vita. Qui però è necessaria una riflessione. I dati ci confortano, ma ci ricordano che sono stati resi possibili grazie all’esistenza del nostro Servizio Sanitario Nazionale che sta continuando a garantire le cure e l’accesso senza esborsi economici ai farmaci innovativi, cosa che non accade in altre Nazioni.  

Quali sono gli ambiti dove le innovazioni hanno inciso maggiormente sulla sopravvivenza? 

Di sicuro la prevenzione delle recidive e il trattamento delle metastasi. Oggi abbiamo a disposizione un ventaglio importante di farmaci che permettono di disporre di più linee di trattamento, con buoni risultati anche in termini di qualità di vita. Ma, e torno alla mia prima risposta, ci sono ambiti dove dobbiamo potenziare la comunicazione, ai fini della prevenzione. Ricordiamoci ad esempio che le donne fumatrici stanno avendo un pericoloso incremento di casi di tumore al polmone, alla vescica, per citarne solo alcuni. 

Nel corso di questo congresso è stato dato ampio spazio al tema della tossicità finanziaria. Sta accadendo anche da noi come negli Stati Uniti? 

In un sistema privato come quello statunitense, in cui le assicurazioni coprono l’80% del costo delle cure, è accettato come inevitabile che chi è colpito dal cancro debba affrontare problemi finanziari.  Da noi non siamo a quei livelli, ma è una questione che dobbiamo cominciare ad affrontare. Nel corso del congresso abbiamo presentato le risposte dei pazienti al questionario PROFFIT, formulato per stimare in modo appropriato i livelli di tossicità finanziaria, senza condizionamenti da parte di clinici, specificamente nei pazienti italiani.   Alla domanda “la tua disponibilità economica sta condizionando la possibilità di ricevere le cure ottimali”, purtroppo molti pazienti hanno risposto sì.  

C’è un problema di sostenibilità personale delle cure, che non riguarda il costo del farmaco antitumorale, ma le visite private per accelerare i tempi, gli esborsi per esami che non vengono fatti tempestivamente nel pubblico, i trasporti, i costi indiretti che gravano sulla famiglia come le giornate lavorative perse. È un tema quindi a mio parere molto scottante e che sicuramente vale la pena di far emergere completamente, perché fino ad ora è stato abbastanza sottotraccia nella nostra realtà.  

L’importanza della diagnosi precoce

I dati confermano che l’aumento della sopravvivenza oncologica in Italia dipende principalmente da due fattori: la prevenzione primaria e i controlli periodici mirati. La diagnosi precoce aumenta significativamente le possibilità di trattamenti risolutivi e migliora la prognosi a lungo termine.

La diagnosi precoce protegge la tua salute.

Cinzia Testa

Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.

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