La salute mentale è parte integrante del percorso di cura. La psiconcologia offre oggi nuove possibilità di supporto grazie alla modalità online, garantendo continuità e vicinanza ai pazienti. Ne parla Davide Ferraris, coordinatore della Psiconcologia di LILT Milano Monza Brianza.
Insieme per combattere lo stigma. È questa la parola d’ordine che fa da colonna sonora al 10 ottobre, Giornata mondiale della salute mentale. L’obiettivo? Sensibilizzare le persone sui temi del benessere psichico e sulla stretta relazione con quello fisico, come sottolinea anche l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo vale sempre e per tutte le malattie, compresa quella oncologica. Le dimostrazioni non mancano. Uno studio italiano presentato nel 2019 ad ASCO, il congresso mondiale di oncologia pazienti, ha dimostrato che chi segue un percorso psiconcologico impara a controllare meglio le emozioni a favore di una migliore qualità di vita. E le conferme sono anche a livello istituzionale. Il Decreto Ministeriale n.70 del 2 aprile 2015, ad esempio, riconosce il ruolo dello psiconcologo nella gestione del paziente oncologico.
La psiconcologia online: un nuovo setting terapeutico
La psiconcologia può anche avere un setting del tutto diverso dal solito. Non è detto che ci si debba recare in ambulatorio ma si può rimanere a casa propria, e anziché in presenza fisica, si può optare per un rapporto via web. Ma questa modalità, in un certo senso virtuale, solleva ancora molti dubbi. Per alcuni, ad esempio, rischia di essere meno efficace rispetto a un rapporto terapeutico diretto. Eppure, gli studi non mancano a dimostrarne la validità, che è allo stesso livello della terapia tradizionale. Insieme a Davide Ferraris, Coordinatore della psiconcologia di LILT Milano Monza Brianza e ricercatore, riassumiamo la psiconcologia online in 3 punti.
1. Maggiore accessibilità per tutti
Può consentire davvero a tutti di poter accedere a un servizio di psiconcologia, cosa che per alcuni potrebbe essere impossibile. Basti pensare al caregiver, che molte volte non può allontanarsi da casa per un paio di ore, considerando anche gli spostamenti, a causa della continua assistenza che deve garantire. Non è dunque un’alternativa al rapporto umano, ma è un ponte che rende più accessibile e continuativo il rapporto con il proprio terapeuta, una modalità che permette comunque di creare un’alleanza.
2. Flessibilità terapeutica e continuità del percorso
Non ci sono piani terapeutici rigidi. in termini clinici, l’empatia non ha necessariamente bisogno di un contatto fisico per essere efficace, l’importante è che sia possibile la cosiddetta flessibilità psicologica, un elemento chiave nel rapporto medico-paziente. C’è chi inizia il percorso online per poi decidere di proseguirlo in ambulatorio, ma può accadere anche il contrario. E può essere inoltre che il paziente, in accordo con il terapeuta, alterni sedute in presenza con altre digitali, per varie motivazioni, come ragioni lavorative, oppure di ordine ecologico-ambientale.
3. L’importanza dell’“igiene della seduta”
La psiconcologia on line richiede un’igiene della seduta. La stanza deve essere confortevole per il paziente e permettergli di esprimere sé stesso, in relazione a quelle che sono le riflessioni e il lavoro che stanno conducendo insieme al terapeuta. Sicuramente deve essere un ambiente dove non ci sia censura, dove si è soli senza possibilità di intrusioni da parte di un amico oppure un familiare. E niente rumori di sottofondo: televisione e radio vanno spenti per evitare distrazioni, così come il cellulare. Lo psicoterapeuta entra così nel contesto di vita del paziente e il paziente a sua volta nel proprio ambiente è più a suo agio ed è favorevole alla costruzione di una relazione psicologica. Si mette così in moto un processo di consapevolezza che incrementa considerevolmente l’aderenza alle terapie, la gestione dei pensieri disfunzionali e di tutto ciò che fa parte del sistema sociale della persona.
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Il primo colloquio è gratuito.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.


