Cinque donne, tre desideri, una scelta: vivere

4 min lettura News A cura di Redazione LILT Ultimo aggiornamento:
Cinque donne, tre desideri, una scelta: vivere

Nell’ultima puntata del podcast “I Tre Desideri” cinque donne condividono i loro desideri più cari dopo la diagnosi di tumore al seno.

Realizzato da Chora Media per LILT, il podcast “I Tre Desideri”, ha un’ultima puntata speciale, che è stata appena presentata nell’ambito della Campagna Nastro Rosa. Il 21 giugno, al Cancer Survivor Day in piazza Duomo a Milano, cinque donne hanno registrato la puntata raccontando la loro storia e i loro tre desideri più cari, dopo aver ricevuto la diagnosi di tumore al seno.

Per la giornalista Francesca Senette, che ha moderato la presentazione dell’ultimo episodio, affiancata proprio dalle cinque protagoniste, questa puntata ha un significato profondissimo. «Il giorno del Cancer Survivor Day, mentre io insegnavo yoga con davanti centinaia di tappetini che mi hanno molto emozionata, proprio lì accanto c’era il luogo dove queste donne andavano a raccontare i loro tre desideri

Un legame indissolubile tra l’energia della lezione di yoga e la forza delle testimonianze raccolte.

Ascolta l’ultima puntata del podcast.

Cinque storie di coraggio

Stefania ha 37 anni, è architetto, e non vuole fare la mastectomia totale. Sente suo figlio urlare fuori dalla stanza di ospedale, il medico le fa una domanda che cambia tutto: «Vuoi che tuo figlio abbia una mamma con cui crescere?» La risposta la porta a ridisegnare la sua vita come farebbe con uno spazio: non riportando indietro quello che c’era, ma creando qualcosa di nuovo. Si tatua “lascia che sia” sulla cicatrice. Perché la vita, come l’architettura, a volte deve essere ripensata.

Alessandra riceve la diagnosi e la sera porta le figlie a cena senza dire nulla. Una cena bellissima, leggera, dove nessuno immagina cosa sta accadendo nel cuore di quella mamma. «Non può stravolgere la mia vita» si ripete. E così viaggia verso New York, verso Roma, verso Londra. Si dichiara guarita prima dei canonici cinque anni, non per superficialità, ma per consapevolezza: «devo godermi la vita oggi, perché domani non so cosa accadrà.»

Paola decide che non è la malattia a definirla. Durante la chemio ride con l’oncologa e grazie all’aiuto delle amiche impara a sdrammatizzare. Sceglie di dire «perché non a me invece di perché proprio a me.» E quando tutto intorno le dice che dovrebbe essere fragile, lei sceglie di focalizzarsi su sé stessa, sulle sue doti, sulla sua forza. Perché lei è Paola, non la sua malattia.

Nadia dopo la chemioterapia non riesce quasi a camminare. Così decide: voglio ricominciare. Cinque chilometri, dieci, una mezza maratona, una maratona a Rimini. Poi scopre il dragon boat con una squadra di donne operate al seno. Oggi è campionessa italiana. Ma quello che conta è che è circondata da altre donne come lei. «Siamo tutte sulla stessa barca» dice. Si capiscono al volo. Quando una ha paura, c’è sempre un’amica pronta.

Flavia arriva dal Venezuela con una bimba di due anni. Poco dopo arriva anche il tumore. Il primo pensiero è uno solo: devo vivere, ho una figlia che ha bisogno di me. Quando arriva il momento della perdita dei capelli, inventa un gioco. «Giochiamo alla parrucchiera.» Con la sorella, con la figlia, trasformano un momento che avrebbe potuto essere traumatico in un pomeriggio di risate. La figlia le dice: «Mamma, quanto sei bella.» Sette anni dopo, torna la malattia. Stessa semplicità. «Passerà» dice Flavia. E continua a vivere.

Il superpotere del desiderio

Cinque donne nell’ultima puntata, sedici storie in tutto il podcast. Persone che hanno deciso di condividere quello che desiderano veramente. E quando fai questa domanda, succede qualcosa. Accade che le persone si accendono.

Il podcast si è rivelato il format giusto per raccontare queste storie. Come spiega Graziano Nani di Chora Media, «il podcast è intimo, permette di condividere le cose più profonde senza pressione. E le storie rimangono, accessibili, perché i temi sono universali.» L’autrice Elisa Del Mese ha scoperto che il desiderio non è un lusso, ma una forma di prevenzione: «Quando le persone dicono ‘desiderio’, si accende una luce, una direzione che aiuta a tirarci fuori dai momenti difficili.» Daniela Ducoli, giornalista che ha intrecciato la sua storia personale con quella delle protagoniste, ha notato un elemento comune: «Nonostante la malattia, nonostante il dolore, tutte noi abbiamo sempre cercato di proteggere qualcuno

Il podcast diventa così terapeutico. Non perché guarisce, ma perché racconta. E il racconto, quando è vero, libera.

Ascolta tutte le puntate del podcast “I Tre Desideri”

Redazione LILT
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