La prevenzione entra nel carcere di Bollate

La prevenzione entra nel carcere di Bollate

In occasione della Settimana nazionale della prevenzione oncologica abbiamo portato il nostro Spazio Mobile nella casa circondariale di Bollate per controlli oncologici e seminari di prevenzione alle detenute e al personale femminile. Perché è fondamentale arrivare prima, arrivare in tempo. Anche in carcere.

Per la prima volta la prevenzione al femminile arriva in carcere, in collaborazione con la II Casa di Reclusione di Milano – Carcere di Bollate e la ASST Santi Paolo e Carlo (area Penale e Penitenziaria), in un momento significativo dell’anno: la Settimana nazionale per la prevenzione oncologica (18/26 marzo). Il progetto di sensibilizzazione e diagnosi precoce si chiama “Prevenzione senza barriere”. Una importante occasione per pensare alle donne in condizioni di marginalità e al loro futuro di salute, con medici che parlano la lingua e conoscono la cultura anche delle donne straniere detenute.

Detenute e operatrici: visite ed esami

Sabato 18 marzo nella Casa di Reclusione di Milano Bollate è entrato lo Spazio LILT Mobile con a bordo ecografo e mammografo. Il mezzo sosta all’interno della struttura per 7 giorni (dal 18 al 24 marzo) per offrire alle detenute e alle operatrici, con adesione volontaria, un check-up senologico: visita, ecografia mammaria, mammografia con tomosintesi (solo per over 40). All’interno dell’infermeria del carcere, sempre a cura dei medici LILT e con l’assistenza del personale sanitario dell’ASST Santi Paolo e Carlo, sarà invece offerto un check-up ginecologico: visita, pap-test in citologia liquida ed ecografia ginecologica.

Prevenzione: seminari con una ginecologa

Nei giorni che hanno preceduto il check-up, abbiamo organizzato 4 incontri di sensibilizzazione sulla prevenzione al femminile a cura di una ginecologa, rivolti alle detenute dai 20 ai 70 anni e un doppio incontro dedicato alle operatrici della struttura, tutti con l’obiettivo di fornire nozioni di base per porre attenzione ai segnali del corpo e imparare i comportamenti corretti per la salute. Hanno aderito 85 donne con una partecipazione molto attiva, con domande e testimonianze personali.

Marco Alloisio, presidente LILT Milano Monza Brianza

“Portare prevenzione dove fa più fatica ad arrivare è uno dei compiti identitari di LILT. Ci occupiamo da sempre di chi è più fragile. L’ambulatorio mobile attrezzato con apparecchiature di ultima generazione ci consente di farlo anche qui ed è un valore aggiunto inestimabile. Un’iniziativa che mi auguro possa essere l’inizio di una collaborazione per continuare a portare la prevenzione nei luoghi della fragilità sociale”.

Giorgio Leggieri, direttore del carcere di Bollate

“Per noi il concetto di inclusione, di un carcere ‘senza barriere’, passa anche e soprattutto attraverso iniziative come questa. Riteniamo infatti di straordinaria importanza garantire alle donne recluse tutti gli strumenti, formativi e sanitari, utili per assicurarsi una prevenzione che in molti casi risulta determinante per salvaguardare la propria salute e per tutelare la propria vita”.

Matteo Stocco, direttore generale Asst Santi Paolo e Carlo

 “Un’iniziativa di grande valore sociale e culturale quella organizzata con LILT all’interno della Casa di Reclusione di Bollate. – La tutela della salute dei detenuti che noi dell’ASST Santi Paolo e Carlo garantiamo dentro le mura del carcere e nelle nostre strutture ospedaliere, passa anche attraverso queste iniziative di prevenzione e sensibilizzazione, oltre che dalla cura delle patologie.”

Da sinistra: Matteo Stocco, Giorgio Leggieri, Daniela Ducoli e Marco Alloisio

Prima dell’emergenza Covid, le detenute prendevano parte ai programmi di screening oncologici regionali. Ma la pandemia ha complicato le uscite dal carcere per gli esami. Per questo la direzione della Casa di reclusione e l’ASST Santi Paolo e Carlo, che sui detenuti ha competenza sanitaria, hanno aderito con interesse al pacchetto salute proposto da LILT. La scelta di accogliere l’Associazione nel carcere rafforza l’impegno della direzione del carcere verso un sistema detentivo focalizzato sulla finalità rieducativa della pena, con un’idea di carcere aperto alla società e alle reti di comunità che promuovono welfare e si impegnano nella tutela dei diritti umani e sociali.

Le donne in casa di reclusione

Nella Casa circondariale sono detenute circa 100 donne (a fronte di circa 1.250 uomini), in un unico reparto ove sono impiegate circa trenta unità di Polizia Penitenziaria femminili per assolvere ai servizi istituzionali a fronte di un’aliquota complessiva di circa 70 unità. Un dato che rispecchia le percentuali a livello nazionale, dove le donne rappresentano il 5% dell’intera popolazione carceraria. Hanno aderito a visite ed esami 200 donne: l’80% delle detenute e il 90% del personale femminile della casa circondariale. Negli ultimi anni, complice la pandemia, i Italia le nuove diagnosi di tumore sono passate da 376.600 nel 2020 a una stima di 390.700 per il 2022 (205.000 negli uomini e 185.700 nelle donne). Ecco perché è fondamentale arrivare prima, arrivare in tempo. Anche in carcere.

La Settimana per la prevenzione oncologica di LILT è resa possibile grazie al main partner Europ Assistance Italia e ai partner FSI, Intesi Group, STMicroelectronics e IPSEN .


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