Latte crudo: cosa sapere per un consumo consapevole

2 min lettura Salute e Benessere A cura di Martina Morandi Ultimo aggiornamento:
Latte crudo: cosa sapere per un consumo consapevole

Consumare alimenti crudi non è sempre la scelta migliore, come nel caso del latte crudo che può esporre i consumatori a potenziali pericoli con conseguenze gravi per la salute.

Durante l’estate si sono verificati episodi di intossicazione legati al consumo di formaggi a base di latte crudo. Episodi che hanno avuto conseguenze molto gravi per chi ha mangiato i prodotti caseari. E non è la prima volta che accade. Per prevenire questi episodi, cerchiamo di fare chiarezza sul del latto crudo.

Che cos’è il latte crudo

Il latte crudo, che può essere di mucca, capra, pecora o asina, è un latte che non subisce alcun trattamento termico (pastorizzazione o sterilizzazione) dopo la mungitura. Può essere venduto direttamente come latte oppure utilizzato per preparare formaggi, burro e yogurt.

“Naturale” non è sinonimo di migliore

La credenza che “naturale” uguale migliore è largamente diffusa, ma non è sempre così. Il latte crudo sicuramente contiene batteri “buoni” come i lattobacilli che hanno un effetto benefico sull’intestino, e una maggior quantità di vitamine, ma espone il consumatore a potenziali pericoli provenienti dallo stato di salute delle mucche e dalle possibili contaminazioni legate alla mungitura, la conservazione e la distribuzione del latte.

Rischi per la salute

Il contatto con superfici contaminate come le mammelle delle mucche, le mani degli operatori, ma anche gli impianti di mungitura e i contenitori di stoccaggio, possono facilitare il passaggio dei germi nel latte. Questi germi (come, ad esempio, Salmonella ed Escherichia coli), se ingeriti possono causare disturbi gastro intestinali (come nausea, vomito, crampi allo stomaco, diarrea), ma anche disfunzioni renali e complicazioni ad altri organi con conseguenze serie per l’individuo.

Chi è più a rischio

I soggetti più vulnerabili sono sicuramenti i bambini che non hanno sviluppato completamente il microbiota intestinale e il sistema immunitario. Altri soggetti a rischio sono gli anziani, gli immunodepressi e le donne in gravidanza.

E i formaggi a latte crudo?

Le stesse raccomandazioni sono valide per i formaggi a latte crudo, ovvero i formaggi freschi non pastorizzati. I più comuni sono i formaggi di malga, la fontina, gli erborinati. Da evitare il consumo da parte di bambini, donne in gravidanza, anziani e immunodepressi.

Parmigiano Reggiano e Grana Padano, nonostante siano preparati con latte crudo, la lunga stagionatura – che previene il rischio di contaminazione batterica – li rende sicuri per bambini e donne in gravidanza.

Il consumo in sicurezza

Il latte crudo va consumato previa bollitura e non oltre tre giorni dalla mungitura.

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Martina Morandi

Biologa e divulgatrice scientifica. Dopo la laurea e il dottorato di ricerca, ha conseguito un master in Comunicazione della Scienza e ha scelto di dedicarsi alla divulgazione scientifica. Si occupa principalmente di salute e prevenzione oncologica, con l’obiettivo di rendere la scienza chiara e accessibile a tutti.

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