Dalla diagnosi precoce alla terapia personalizzata, il ruolo fondamentale della diagnostica per immagini nella prevenzione e cura del tumore della prostata.
Cruciale, fondamentale. Di cosa si tratta? Della radiologia. Per la sua importanza in medicina, ha anche una “sua” giornata internazionale, che si celebra l’8 novembre. Già, perché dietro ogni diagnosi precoce e ogni terapia personalizzata, c’è spesso una immagine radiologica: una TAC, una risonanza magnetica, un’ecografia o una radiografia. Questo vale anche quando si tratta di prevenzione e cura del tumore della prostata, la forma oncologica più diffusa tra gli uomini.
Oggi ci sono apparecchiature che permettono di ottenere informazioni preziose e di delineare il profilo di rischio della persona. E tecniche radioterapiche che sostituiscono quando possibile l’intervento chirurgico. Sono progressi ottenuti grazie alla ricerca, e che meritano di essere raccontati in questi primi giorni di novembre, che è il mese blu della prevenzione, dedicato alla salute dell’uomo.
Diagnosi precoce e prevenzione del tumore alla prostata
A partire dai 50 anni, o dai 40 se in famiglia ci sono stati casi di parenti diretti con tumore della prostata, “scattano” i controlli relativi alla prevenzione secondaria del tumore della prostata. e l’esame clinico della ghiandola prostatica tramite esplorazione rettale, eseguito dall’urologo. A questi check può essere associata la risonanza magnetica, se il medico lo ritiene opportuno. «La visita ha anche uno spazio dedicato al colloquio per identificare i fattori di rischio e la presenza di familiarità», spiega Giuseppe Procopio, Direttore del Programma Prostata dell’Istituto Nazionale die Tumori di Milano. «In questo modo, è possibile mettere a punto un programma di controlli personalizzati».
In caso di dubbio di malattia, viene richiesta la biopsia, che per fortuna non ha più nulla a che vedere con quella che veniva eseguita un tempo. «Si utilizza la Risonanza magnetica multiparametrica», aggiunge il dottor Procopio. «Si esegue in uomini già candidati a biopsia prostatica e aumenta la probabilità di identificare tumori clinicamente significativi attraverso la biopsia mirata sulle regioni prostatiche sospette».
Radioterapia: quando la tecnologia sostituisce il bisturi
E se c’è un tumore? La radioterapia può essere utilizzata in alternativa all’intervento chirurgico, per eradicare il tumore, oppure dopo l’intervento, per eliminare eventuali cellule tumorali residue e ridurre il rischio di recidiva. «Può essere somministrata con due modalità diverse, da utilizzare separatamente oppure in associazione», dice il dottor Procopio. «La radioterapia a fasci esterni si esegue tramite apparecchi come l’acceleratore lineare e il paziente riceve le dosi dall’esterno. Con la brachiterapia invece il trattamento avviene dall’interno, tramite l’impianto nella prostata di sorgenti radioattive». La radioterapia può essere un’opzione anche per il trattamento delle metastasi, quando la malattia si è diffusa ad altri organi, e a scopo palliativo per lenire il dolore.
Controlli regolari
Il tumore della prostata si può prevenire con controllo regolare. Negli Spazi LILT si possono effettuare tutto l’anno e, nel mese blu, a bordo dell’ambulatorio mobile, sono gratuiti.
Giornalista scientifica dal 1992, specializzata in comunicazione della salute con particolare attenzione all'oncologia. Esperienza pluriennale in campagne informative e divulgazione scientifica. Vincitrice del premio Giovanni Maria Pace nel 2019 per il giornalismo in ambito oncologico.


