Scelte alimentari consapevoli possono fare la differenza nella prevenzione di numerose patologie. La dottoressa Alessandra Borgo, biologa nutrizionista LILT, ci racconta come ciò che mettiamo sulle nostre tavole può essere un valido alleato per la nostra salute.
Il quarto appuntamento di Salotto Salute, evento che promuoviamo insieme alla pasticceria Cova di Milano, ha aperto la seconda edizione del Festival della Prevenzione di LILT Milano. Durante la serata è stato approfondito il tema della prevenzione a tavola insieme alla dottoressa Alessandra Borgo, biologa nutrizionista LILT. Prestare attenzione alla nostra alimentazione può fare la differenza in termini di prevenzione primaria, ma anche di prevenzione terziaria.

Dottoressa, possiamo far in modo che la nostra tavola non sia solo un momento di convivialità, ma anche di prevenzione?
Certamente, ci sono delle semplici regole ascrivibili a 5 pilastri che noi potremmo osservare per farci del bene. Il primo, cercare di basare la nostra alimentazione su cibi di provenienza prevalentemente vegetale. Il secondo, limitare il consumo di cibi ultraprocessati, spesso ricchi in zuccheri e grassi saturi. Il terzo, fare attenzione alle bevande zuccherate, non solo i classici soft drinks, ma anche i succhi di frutta. Il quarto pilastro riguarda le carni rosse e le carni conservate, attenzione agli eccessi e limitarle il più possibile, così come attenzione all’eccesso di sale, il quinto e ultimo pilastro. A queste cinque raccomandazioni, possiamo aggiungerne anche un’altra: moderare il consumo di alcolici.
Una sana alimentazione ha quindi un ruolo decisivo per iniziare a fare prevenzione?
Iniziare a seguire queste semplici regole è un primo passo per farci del bene e valgono sia in termini di prevenzione primaria, sia di prevenzione terziaria, ovvero per coloro che hanno già avuto un’esperienza di patologia. Una sana alimentazione è dunque prevenzione primaria e terziaria, un punto di partenza in entrambe le situazioni.
Quali sono le conseguenze di un’alimentazione troppo ricca di zuccheri?
Lo zucchero è un alimento a cui dovremmo fare decisamente molta attenzione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un’assunzione di zuccheri liberi, quindi quelli che introduciamo in più rispetto a quelli già presenti in alimenti come la frutta, inferiore al 10 percento del fabbisogno energetico totale. Consumare troppi zuccheri può essere correlato a un incremento del rischio di sovrappeso e obesità, che non sono da intendere in termini fisico-estetici, ma condizioni di salute correlabili a patologie cronico-degenerative e patologie oncologiche.
Dottoressa, quanta acqua dovremmo assumere ogni giorno?
Dipende da persona a persona. In termini generali ogni giorno dovremmo bere almeno 1 litro e mezzo, due litri di acqua o meglio di liquidi. Questo significa che se non si riesce a idratarsi correttamente solo con l’acqua, si può integrare con le tisane, gli infusi, le acque aromatizzate preparate con della frutta fresca, del limone, dello zenzero, piuttosto che della menta. È un modo per dare un sapore differente all’acqua, senza rinunciare alla giusta idratazione.
Quanto è importante idratarsi correttamente?
Moltissimo. Indipendentemente dall’acqua che si sceglie di bere, l’idratazione ha un ruolo decisivo per la salute. Aiuta per esempio nella prevenzione della stipsi. Molto spesso, per esempio, le persone assumo tante fibre pensando di migliorare il transito intestinale, ma se non si idratano a sufficienza, le fibre creano un tappo; quindi, anziché avere un miglioramento della motilità intestinale, la peggiorano.
Partire dall’alimentazione per stare in salute è decisamente un ottimo inizio, ma non è sufficiente, corretto?
Il cibo, quello che mangiamo, è sicuramente importantissimo, determina quello che siamo e come stiamo. Se questo veniva già detto secoli fa, oggi possiamo dire che ne abbiamo le prove grazie ai risultati scientifici. Sappiamo anche che non è solo l’alimentazione a cui dobbiamo prestare attenzione, ma è tutto quanto lo stile di vita, quindi curare l’alimentazione, curare il nostro movimento, fare attenzione al consumo di alcolici, al fumo di sigaretta, all’esposizione solare. Curare il nostro stile di vita può andare a ridurre fino al 40 percento delle patologie oncologiche, ma non solo, perché possiamo parlare in generale di patologie cronico-degenerative, come per esempio patologie cardiovascolari, metaboliche. Se noi facciamo attenzione allo stile di vita, ci proteggiamo.
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Biologa, divulgatrice scientifica. Si occupa principalmente di temi legati alla salute e alla medicina, con l'obiettivo di renderli comprensibili e accessibili al grande pubblico.