Covid, aumento contagi e nuove dosi di vaccino: i consigli del virologo

Covid, aumento contagi e nuove dosi di vaccino: i consigli del virologo

Il professor Carlo Federico Perno suggerisce come proteggersi dal virus in un momento di aumento dei contagi e spiega quando servono la quarta e la quinta dose di vaccino e come comportarsi dopo il contagio

È dicembre e proprio in questi giorni cominciano pranzi, aperitivi e cene natalizi, baci e abbracci tra amici e familiari. Ma rimane sempre il dubbio di poter fare tutto ciò, oppure se anche quest’anno sarà necessario rinunciarvi, per evitare contagi. Sono pensieri comuni, anche perché sono ancora fresche nella mente le vicende che ci hanno accompagnato in questo ultimo triennio.

Ma com’è al momento la situazione? È arrivato il momento di ritenere domato il Covid 19? È necessario sottoporsi ancora alla vaccinazione?

A queste a ad altre domande ha risposto Carlo Federico Perno, docente di Microbiologia a Unicamillus University (il suo gruppo di ricerca ha realizzato a dicembre scorso l’immagine della variante Omicron rilasciata in tutto il mondo) e Direttore dell’Unità di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Professor Perno, lei nel 2020 nel clou della pandemia era all’ospedale Niguarda di Milano: cos’è cambiato da allora ad oggi?

Il virus Sars-Cov2 si sta adattando all’uomo e sta dando segnali in questo senso, com’è stato discusso anche nel corso del congresso che si è tenuto di recente. La sensazione è che rimarrà tra di noi come gli altri quattro Coronavirus che oggi causano forti raffreddori, ma che un tempo erano altamente aggressivi. Certo, non ci è dato di sapere tra quanto tempo, ma ormai si può affermare che il processo, lento, è iniziato, e si vede. Il Covid 19 infatti, soprattutto nei vaccinati, non sta più provocando quelle forme severe ben note, tranne ovviamente nei casi di persone molto fragili.

Che tipo di virus sta circolando ora?

È sempre Omicron che si modifica, e produce sub-varianti. Al momento è la BQ.1 la subvariante che sta diventando dominante e ha una capacità più elevata di infettare rispetto alle varianti Omicron che circolavano fino al mese scorso. L’aumento della frequenza di infezioni in questa stagione è fra l’altro abbastanza normale, perché le temperature fredde rendono l’albero respiratorio più suscettibile a SARS-CoV-2 e a tutti i virus respiratori.

Quando compaiono i sintomi dopo il contatto con il virus?

Con Omicron il periodo di incubazione è più breve, infatti trascorrono in media tre giorni, al massimo cinque, dall’incontro con una persona malata. E di solito, abbiamo visto che la positività ha una durata di sette- dieci giorni, per alcuni addirittura cinque. Non c’è comunque una durata fissa, molto dipende anche dalla reattività individuale e dallo stato di salute generale. Come sempre, comunque, bisogna rispettare la quarantena, che significa stare a casa isolati, secondo le regole stabilite.

Ma allora non sta funzionando la vaccinazione?

Certo che funziona, ha funzionato e continua a funzionare. Semplicemente, il virus sta mettendo in atto tentativi per aggirare la barriera immunologica creata nell’organismo dal vaccino, ma al momento non ci riesce perché il sistema immunitario mantiene comunque un’attività di difesa, cioè la memoria immunologica, contro tutte le varianti di SARS-CoV-2. E lo dimostrano i ricoveri in ospedale per forme gravi, che oggi sono decisamente ridotti rispetto al tragico passato.

La vaccinazione è obbligatoria?

Di per sé no, ma questi anni di pandemia ci hanno insegnato alcune cose: primo, il vaccino ha cambiato la storia della malattia, oggi la mortalità è molto inferiore a quella pre-vaccino, pertanto il vaccino rimane la base da cui partire per la prevenzione del Covid. Secondo, che il Covid 19 non si comporta con tutti allo stesso modo. Ci sono malattie infatti che rendono più fragili come quelle cardiovascolari, il diabete, l’obesità, le forme oncologiche, e questo vale sempre, con particolare attenzione dopo i 60 anni. In questi casi, come riportato a livello internazionale, la vaccinazione rimane di particolare importanza. Il consiglio vale anche per i familiari di malati e anziani, per creare “l’effetto guscio”. E per chi lavora a contatto col pubblico.

Chi si è contagiato deve comunque effettuare il booster?

Secondo le regole attuali, deve aspettare almeno quattro mesi da quando il tampone è diventato negativo, segno di guarigione. E lo stesso vale per chi ha effettuato la quarta dose prima di ottobre scorso, cioè con la formulazione “vecchia” del vaccino. Questo perché il virus circolante è sempre Omicron, e le nuove formulazioni del vaccino riguardano subvarianti dello stesso Omicron.

Mascherina sì oppure no?

Oltre a dov’è di rigore, cioè ospedali e RSA, va indossata in base al buonsenso e alla logica. In pratica, sta a ognuno di noi regolarsi valutando la concentrazione di persone e questo vale in particolare nei luoghi pubblici al chiuso, come i mezzi ad esempio. In genere, le persone fragili è bene che si proteggano.


Altre L'esperto risponde