Vitamine: +30%. Prodotti per il riposo notturno: +21,2%. Per rinforzare il sistema immunitario: +30,2%.
Sono gli incrementi nelle vendite degli integratori alimentari, com’è emerso da uno studio congiunto condotto da Integratori Italia – Unione Italiana Food, che ha elaborato i dati di New Line Ricerche di Mercato, e Avedisco (Associazione vendite dirette servizio consumatori). Ma servono davvero, oppure sono solo il frutto di una moda?
Francesco Visioli, Professore di Nutrizione Umana presso il Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova, ci ha aiutati a definire le quattro regole per una scelta consapevole.
Parla con il tuo medico
Prima di assumerli è sempre meglio parlarne con il proprio medico, soprattutto se si soffre di una malattia cronica oppure se si stanno seguendo delle cure farmacologiche. A questo proposito, è bene anche controllare il foglietto illustrativo del farmaco che si sta prendendo abitualmente e verificare la voce “interazioni” per essere sicuri che la sostanza contenuta nell’integratore non “intralci” l’efficacia del principio attivo farmacologico.
Verifica le etichette
Attenzione a quello che si acquista. La regola di base è quella di verificare che sull’etichetta sia riportata l’autorizzazione al commercio rilasciata dal Ministero della Salute. Inoltre, si deve sempre diffidare da tutte quelle sostanze che promettono risultati strabilianti, perché a tutt’oggi non esistono integratori che abbiano capacità curative.
Quando gli integratori servono davvero
Ci sono dei casi in cui gli integratori possono servire, ma solamente sotto controllo medico. È consigliabile ad esempio l’acido folico che, quando è carente nell’organismo della donna in gravidanza, può aumentare il rischio di dare alla luce un bimbo affetto da spina bifida. Mentre il fluoro, un minerale che combatte la carie, può servire per i bambini.
Attenzione ai dosaggi
Non vanno presi sottogamba. Questo vale per esempio per il riso rosso. È la varietà di riso thai, “infettato” da un micete, cioè da un fungo che colora il cereale di rosso: in questo modo si sviluppa una sostanza chiamata monacolina k, con un’attività simile a quello delle statine, cioè dei farmaci anticolesterolo. Il riso rosso riesce ad abbassare i valori del colesterolo Ldl, cioè quello cattivo, quando è leggermente elevato. E per questo suo effetto potente, il Ministero della Salute ha stabilito che negli integratori di riso rosso il dosaggio massimo giornaliero di monacolina k non deve superare i tre milligrammi.