Vaccino anti-Covid e malattie pediatriche oncologiche

Vaccino anti-Covid e malattie pediatriche oncologiche

L’estensione della vaccinazione anti-Covid alla fascia di età 12-15 anni è stata accolta con sollievo nei reparti di oncologia pediatrica. «I genitori spesso hanno il timore che la vaccinazione possa provocare dei problemi nel caso di bambini e adolescenti con una malattia oncologica, a causa del tumore e dei trattamenti concomitanti», spiega Maura Massimino, Direttore della Struttura Complessa Pediatria oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Su questo vanno assolutamente tranquillizzati. Al contrario, il vaccino evita che si ammalino di una forma di Covid-19 con una sintomatologia severa che potrebbe avere un impatto devastante con un sistema immunitario già debilitato e con le alterazioni fisiche legate alla sede dei tumori».

Quali effetti collaterali dopo il vaccino?

Pochi gli effetti collaterali evidenziati, quali febbre e dolore nel punto dell’iniezione. «La vaccinazione viene rimandata di tre, sei mesi nel caso di pazienti che hanno subito il trapianto» aggiunge la dottoressa Massimino. «Viene effettuata invece una valutazione individuale nel caso della chemioterapia. Eventualmente rimandiamo la vaccinazione se il ciclo è particolarmente impegnativo per il periodo di successivo calo dei globuli bianchi».

Cosa significa “vaccinazione” per un giovane paziente oncologico?

La vaccinazione anti-Covid è fortemente raccomandata a tutti i familiari dei pazienti, in modo da riuscire a ridurre il più possibile il rischio di un eventuale contagio. Questo sempre e soprattutto nel caso di malati oncologici under 12, per i quali al momento non è ancora prevista la copertura vaccinale. «Fino alla fine di giugno scorso le vaccinazioni ai pazienti oncologici potevano essere effettuate all’interno dell’ospedale. Questo ci ha permesso di seguire direttamente l’adesione alla campagna vaccinale», sottolinea la dottoressa Massimino. «Quello che è emerso è la richiesta di informazioni sia da parte dei genitori, sia dei nostri pazienti. È un aspetto che non va assolutamente sottovalutato e che permette di sciogliere i dubbi a chi è ancora indeciso sulla validità della vaccinazione anti-Covid».


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