L’attività fisica allunga la vita: parola di cardiologo

L’attività fisica allunga la vita: parola di cardiologo

Uno studio conferma che il movimento regolare, unito a una dieta sana, allunga la vita. Ma in Italia aumentano pericolosamente le persone sedentarie. Il cardiologo Roberto Pedretti ci spiega l’importanza dell’attività fisica, chi può farla e con quale frequenza e modalità.

I sedentari sono aumentati dal 23% nel 2008 al 31% nel 2021. Questi dati provengono dalla dodicesima edizione del volume I numeri del cancro in Italia 2022 e sono solo uno dei campanelli d’allarme che devono far riflettere. Perché un peggioramento degli stili di vita nel domani potrebbe peggiorare i dati relativi all’incidenza di nuovi casi di diverse malattie, oncologiche comprese se non si corre ai ripari.

Vale la pena dunque di “rimettersi in moto” con una regolare attività fisica. Una decisione importante, che porta con sé una ventata di benessere generale. Chi fa sport a qualsiasi livello, infatti, racconta che è portato a modificare in meglio la dieta giornaliera, a cessare con il fumo, insomma, a migliorare lo stile di vita. Sì allora a cominciare con una semplice camminata veloce, ad esempio. Ma ci sono dei controlli medici da eseguire? E quali sono i benefici? Di questo e di altro ne abbiamo parlato con Roberto Pedretti, Direttore del Dipartimento cardiovascolare, IRCCS MultiMedica di Sesto San Giovanni, Milano.

Ci sono delle controindicazioni all’attività fisica?

Non esistono di per sé controindicazioni. Al contrario, l’essere sedentari si associa a un rischio significativamente maggiore di mortalità e di incorrere in numerose malattie croniche rispetto all’essere fisicamente attivi. Secondo l’OMS la sedentarietà è responsabile di 3.2 milioni di morti ogni anno a livello globale.
Le ultime linee guida della Società Europea di Cardiologia raccomandano agli adulti di tutte le età di impegnarsi per almeno 150-300 minuti alla settimana in una delle attività fisica a moderata intensità o per almeno 75-150 minuti alla settimana in un’attività fisica aerobica a intensità vigorosa, o una loro combinazione equivalente, questo per ridurre la mortalità per tutte le cause, la mortalità cardiovascolare e la morbilità. Per intenderci, i livelli di attività fisica sono classificabili in lieve (come per esempio camminare, eseguire lavori domestici leggeri, moderata (camminare a passo moderato/veloce, andare in bicicletta lentamente, dipingere/decorare, passare l’aspirapolvere, tagliare il prato, giocare a golf trainando le mazze nell’apposito carrello, giocare a tennis in doppio, ballare, praticare acquagym), vigorosa (fare jogging o correre, andare in bicicletta a velocità >15 km/h, fare giardinaggio pesante, cioè scavare o zappare in continuazione, nuotare, giocare a tennis in singolo. .
Va detto infine che l’esercizio fisico di moderata intensità, come ad esempio la camminata veloce, è certamente molto utile e sicuro per le persone in buona salute, anche anziane.

Quanto è importante la gradualità all’inizio?

Quando si inizia un programma di attività fisica, la gradualità è certamente molto importante, soprattutto se non si è ben allenati oppure ci si avvicina per la prima volta ad uno stile di vita attivo. Sia l’intensità che la durata dell’esercizio dovrebbero quindi essere aumentate gradualmente, ad esempio, ogni 4 settimana.

Quali sono i segnali che dicono che è il momento di fermarsi?

Ascoltare il proprio fisico è senza dubbio importante, pertanto nel caso di nuovi sintomi e in particolare qualora tendano ad accentuarsi con l’esercizio è bene consultare il proprio medico. Analogamente disturbi quali dolore al petto, sensazione di mancamento o eccessivo affaticamento rendono opportuna una interruzione dell’esercizio e l’acquisizione di un parere medico. L’utilizzo di dispositivi elettronici quali uno smartwatch o un cardiofrequenzimetro può certamente essere di aiuto per “ascoltare” la risposta del proprio corpo all’esercizio. In ogni caso è molto utile un test della massima semplicità, il cosiddetto “Talk Test” o “Test della conversazione”. Da un punto di vista pratico, valutare la capacità di riuscire o meno a parlare agevolmente durante un esercizio, rappresenta un approccio semplice ed immediato per impostare e monitorare l’intensità dell’allenamento da svolgere.

Ci sono benefici per il corpo e per la mente?

Le evidenze scientifiche a supporto dei benefici della attività fisica sono molteplici e del tutto solide. L’attività fisica in particolare aerobica, riduce il rischio di patologie cronico-degenerative come malattie cardiovascolari, patologie neoplastiche, patologie respiratorie croniche, migliora e riduce il profilo di rischio in tutte le età e in entrambi i sessi. In altre parole è assolutamente chiaro come le persone che praticano attività fisica moderata e, oppure, vigorosa vivono più a lungo, incorrono assai meno nell’infarto miocardico e nello scompenso cardiaco rispetto alle persone sedentarie. L’attività fisica produce senza dubbio degli effetti positivi anche sul nostro stato d’animo e sull’umore, aumentando l’autostima, il senso di efficienza, riducendo l’ansia e innalzando il tono dell’umore. È ben dimostrato come la pratica regolare di attività fisica in pazienti affetti da depressione possa ridurne la sua gravità e talora anche l’entità del trattamento farmacologico. Del resto la relazione positiva tra attività fisica e mente è nota sin dall’antichità, come ci ricorda la locuzione latina “mens sana in corpore sano”.

Uno studio pubblicato di recente afferma che sono sufficienti circa 5 mila passi al giorno per avere dei benefici: cosa ne pensa?

Penso che questi risultati siano di estremo interesse e dimostrino come anche una attività fisica contenuta, se regolarmente eseguita ogni giorno, possa determinare grandi benefici alla nostra salute. L’analisi cui si riferisce è stata svolta su oltre 226.000 persone e ha dimostrato che 4.000 passi quotidiani sono sufficienti per iniziare a ridurre il rischio di morire prematuramente per qualsiasi causa. Va poi sottolineato che, più si fa, più si ottengono benefici. Infatti per ogni 1.000 passi in più rispetto ai 4.000, il rischio di morte prematura viene ridotto del 15%, fino a 20.000 passi. Il team dell’Università di Medicina di Lodz in Polonia e della Johns Hopkins University School of Medicine negli Stati Uniti ha riscontrato che i benefici della camminata si applicano a persone di tutte le età, indipendentemente dal luogo in cui vivevano. E’ pertanto fuori discussione come i cambiamenti nello stile di vita, tra cui la dieta e l’esercizio fisico, siano tra gli strumenti più efficaci nel ridurre il rischio cardiovascolare e prolungare la vita.

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