29 settembre: Giornata Mondiale del Cuore

29 settembre: Giornata Mondiale del Cuore

Stai connesso al tuo cuore – #UseHeartToConnect è lo slogan adottato quest’anno per la Giornata Mondiale del Cuore 2021. Le iniziative in programma sono molte e hanno tutte un obiettivo comune: imparare a tenere sotto controllo la salute del cuore per frenare le malattie cardiovascolari che si stanno allargano a macchia d’olio.

Dati alla mano: le malattie cardiovascolari

Rimangono tutt’ora la prima causa di morte nel mondo. E l’Italia non è da meno. Le morti causate dalle malattie del sistema cardiocircolatorio rappresentano il 34,8% delle cause totali. Il Covid-19, fra l’altro, ha messo le persone di fronte alla pericolosità di alcune condizioni di salute e in particolare di ipertensione, diabete e obesità, in grado di peggiorare il decorso in caso di contagio. Questi, sono anche fattori di rischio cardiovascolari. «La maggior parte sbuffa quando si fanno questi discorsi, eppure il fumo, i chili di troppo, la sedentarietà, un’alimentazione disordinata, rappresentano un attentato al fisico», spiega Ewa Witkowska, specialista in cardiologia LILT Milano, Monza, Brianza. «Minano infatti silenziosamente la salute del sistema cardiocircolatorio fino a causare infarti e ictus». Eppure, basterebbe poco per ribaltare questo brutto finale. La prova? Con cinque porzioni al giorno tra frutta e verdura scende di due punti la pressione e si riducono del 7% il rischio di infarto e del 10% quello di ictus.

La prima visita col cardiologo: la base di partenza

Ma come si fa a seguire l’input di quest’anno e mantenere la connessione col proprio cuore? «Ci vuole il cardiologo per impostare insieme un piano di attacco personalizzato», dice la dottoressa Witkowska. «La visita consiste innanzitutto in una chiacchierata per mettere in luce le abitudini di vita. Seguono la misurazione del peso corporeo e del giro-vita e della pressione arteriosa. Quindi, ci vogliono le analisi del sangue per controllare in prima battuta i valori relativi a glicemia e colesterolo totale e le sue frazioni».

La carta del rischio, lo stimolo per cambiare

I risultati di questa analisi, insieme alle altre informazioni che ha raccolto il cardiologo nel corso della prima visita, servono per compilare la “carta del rischio.” «È un metodo internazionale. Permette di mettere a punto un piano di prevenzione che indica la probabilità di un evento cardiovascolare nell’arco dei prossimi dieci anni. Probabilità, lo sottolineo, significa che non è un dato di fatto. La dimostrazione? I risultati si modificano sensibilmente anche a distanza di un anno, se si adotta uno stile di vita più sano», conclude la dottoressa Witkowska. Il programma è ritagliato su misura sulla base del rischio personale. In più migliora la consapevolezza della persona sulla salute del cuore. Si ha la possibilità di vedere in concreto il risultato emerso dalla carta del rischio, grazie ai colori che vanno dal verde al rosso a seconda del grado di pericolo emerso.

Stai connesso al tuo cuore

La regola è di mettere a punto un piano d’attacco. Sì allora a un regime alimentare che comprenda a tutti i pasti frutta, verdura, pochi grassi e niente sodio. In termini pratici, quasi sempre pesce o carne bianca, carne rossa una volta alla settimana, latte e formaggi magri, niente sale. In questo modo fra l’altro si perdono anche centimetri nel giro-vita, a tutto vantaggio della salute del cuore. Via libera anche al movimento.

I benefici dell’attività fisica

Chi non fa esercizio fisico ha una cattiva circolazione del sangue, un muscolo cardiaco più debole, una maggiore tendenza all’ipertensione e all’ipercolesterolemia.. Sono tutti fattori che remano contro al benessere cardiaco. La dose di movimento? Una camminata di trenta minuti a passo spedito tutti i giorni, almeno due piani di scale a piedi, per esempio. L’attività fisica in più, smorza i morsi della fame, a tutto vantaggio della linea, e in parallelo aumenta la voglia di frutta e di verdura per reintegrare le sostanze perse muovendosi e fa passare la voglia di fumare, per chi ancora non ha smesso.

Photo credit: FreePik


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