Mariia, in fuga dall’Ucraina

Mariia, in fuga dall’Ucraina

La testimonianza di Mariia in fuga dall’Ucraina con i suoi figli. Una delle famiglie assistite da LILT in collaborazione con la Struttura Complessa di Pediatria dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Abitavo in un paese dell’Ucraina ai confini con la Romania coi miei tre figli. Non ci sono ancora carri armati in quel posto, ma sentivo le sirene a tutte le ore del giorno e della notte che avvisavano delle incursioni aeree. E quando cominciano i bombardamenti, se non sei in un posto sicuro, muori. Tutte le donne del mio paese sono impegnate a sfamare i profughi in fuga da Kiev e dalle altre città colpite.

Mio figlio Nutsu ha ricevuto una diagnosi di sarcoma il 14 gennaio dell’anno scorso all’Ospedale oncologico di Kiev. Aveva 17 anni. Da allora non ho avuto più pace al pensiero della malattia, del Covid e poi anche della guerra. Chi non ha alternative deve restare e rischiare, ma io ho già lavorato in Italia e ho deciso di mettermi in viaggio con Nutsu. Ora è in cura all’Istituto Tumori dove l’hanno rassicurato e gli hanno dato speranza. E anche a me.

Poi sono andata a prendere anche i due figli più piccoli per mettere al sicuro anche loro. Mi sono sempre guadagnata da vivere con il mio lavoro, ma ora non ce l’ho più. Mi è difficile chiedere aiuto, non l’ho mai fatto, e sono piena di gratitudine per avere trovato un sostegno da LILT. Ora sono un po’ più serena.

Grazie a tutti coloro che ci stanno aiutando a offrire accoglienza e supporto a Milano alle famiglie con bambini malati di tumore in fuga dalla guerra in Ucraina.

Mariia
Mamma di un ragazzo ucraino assistito da LILT

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