I tumori in Italia: più diagnosi, meno prevenzione

I tumori in Italia: più diagnosi, meno prevenzione

Non contiene buone notizie il nuovo volume dei “I numeri del cancro in Italia 2023” pubblicato dall’Associazione italiana di Oncologia medica. Calano gli screening e aumentano i comportamenti alimentari sbagliati, la propensione al fumo nelle donne. E i tumori aumentano.

Ci siamo. Anche quest’anno è arrivato il volume “I numeri del cancro in Italia 2023”, il censimento ufficiale, tredicesima edizione, reso possibile grazie al lavoro dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione AIOM, Osservatorio Nazionale Screening (ONS), PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia), PASSI d’Argento e della Società Italiana di Anatomia Patologica e di Citologia Diagnostica (SIAPeC-IAP).

I nuovi numeri

Un lavoro immenso, che ha scattato una fotografia relativa alla prevenzione, alle nuove diagnosi, allo screening, che non è del tutto positiva. In Italia, nel 2023, sono stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore: 208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne. Il tumore più frequentemente diagnosticato, nel 2023, è il carcinoma della mammella (55.900 casi), seguito dal colon-retto (50.500), polmone (44.000), prostata (41.100) e vescica (29.700). E, nei prossimi due decenni, il numero assoluto di nuove diagnosi oncologiche nel nostro Paese aumenterà, in media ogni anno, dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne.

Prevenzione trascurata

Che cosa sta accadendo? Di sicuro, c’è una scarsa propensione alla prevenzione. Dati alla mano, il 24% degli adulti fuma, il 29% è sedentario, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 17% consuma alcol in quantità a rischio per la salute.

Numeri, questi, nella maggior parte in costante incremento. La sedentarietà per esempio riguardava il 23% degli italiani nel 2008. C’è inoltre una scarsa consapevolezza sull’importanza di frutta e verdura per la salute. Nel biennio 2021-2022 in Italia, il 52% dei 18-69enni consuma 1-2 porzioni di frutta o verdura al giorno, il 38% 3-4 porzioni, mentre solo il 7% ne consuma la quantità raccomandata dalle linee guida (five a day). Una piccola quota di persone (2%) dichiara di non consumare né frutta né verdura.

Il problema del fumo

Non sono positivi neppure i dati relativi al fumo. È vero che si sta assistendo a un costante calo dei fumatori, ma questo riguarda gli uomini. La dimostrazione? il tumore al polmone, causato nell’80% dei casi dal fumo di sigaretta. Nelle donne, a pari opportunità di diagnosi e cura, è stato documentato un eccesso di 16.036 morti per carcinoma polmonare, il 16% in più di quanto atteso. In entrambi i sessi, anche il numero di morti per tumore del pancreas o per melanoma è rimasto costantemente superiore a quello atteso. Qui, la responsabilità in parte è da attribuire proprio ai fattori di rischio: fumo di tabacco, eccesso di peso, diabete per il cancro del pancreas ed esposizione esagerata ai raggi solari per il melanoma.

Screening in diminuzione

Attenzione anche al dato relativo agli screening. Nel 2022, si assiste a livello nazionale a un calo del 3% della copertura degli screening mammografico (43%) e colorettale (27%), che nel 2021 erano tornati ai livelli prepandemici. È drastica la diminuzione al Nord, dove l’adesione alla mammografia è passata dal 63% nel 2021 al 54% nel 2022 e allo screening colorettale, in discesa dal 45% al 38%. Un dato positivo però c’è e riguarda lo screening cervicale che è passato da un livello di copertura del 35% nel 2021 al 41% nel 2022, grazie anche alla maggiore estensione degli inviti alla popolazione con una contemporanea transizione da Pap test a HPV test a partire dai 30 anni di età.

L’obiettivo del 2025

La strada per arrivare a un calo delle diagnosi, dunque, è impervia e richiede azioni che migliorino le consapevolezze sull’importanza della prevenzione primaria e secondaria. E chissà se l’Italia riuscirà a garantire quanto richiesto a tutta la Comunità europea: l’offerta degli screening ad almeno il 90% degli aventi diritto, entro il 2025. «E’ quanto mai necessario adottare campagne permanenti di sensibilizzazione congiunte a un’offerta capillare e fruibile», sottolinea Francesco Perrone, Presidente AIOM. «Nella prevenzione rientrano anche le azioni per contrastare l’inquinamento atmosferico. Sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano il legame tra scarsa qualità dell’aria e tumori. L’Italia, in particolare la Pianura Padana, presenta i livelli più elevati di inquinamento da particolato in Europa, ma purtroppo, la sensibilità politica su questi temi nel nostro Paese sembra essere ancora molto limitata».

Immagine di Freepik


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