Oblio oncologico: una legge contro le discriminazioni

Oblio oncologico: una legge contro le discriminazioni

Finalmente è stata approvata anche dal Senato la norma che tutela i diritti del paziente oncologico. In diversi ambiti economici e lavorativi i malati potranno evitare di dare informazioni sulla salute. Ecco il parere di un’avvocata volontaria di LILT che si occupa dello sportello socio-legale

L’oblio oncologico finalmente è tutelato da una legge. Dopo la Camera dei Deputati, ora anche il Senato ha approvato uno strumento per prevenire le discriminazioni e garantire i diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche.

Una misura a lungo attesa dai “survivor” che rappresenta un passo significativo contro lo stigma legato allo status di malato oncologico e tutte le penalizzazioni correlate in ambito economico e lavorativo.

Al Garante per la privacy toccherà vigilare sull’osservanza della legge.

Cosa dice la legge

  • Diritto all’oblio post-guarigione: Il diritto all’oblio oncologico consente alle persone guarite da una patologia oncologica di non dover fornire informazioni o subire indagini riguardo alla loro pregressa condizione patologica​​.

  • Accesso ai servizi bancari, finanziari e assicurativi: Per la stipulazione o il rinnovo di contratti relativi a servizi bancari, finanziari, di investimento e assicurativi, non è ammessa la richiesta di informazioni relative allo stato di salute riguardante patologie oncologiche passate, se il trattamento attivo si è concluso senza episodi di recidiva da più di dieci anni. Questo periodo si riduce della metà per patologie insorte prima del ventunesimo anno di età​​.

  • Accesso alle procedure concorsuali, al lavoro e alla formazione professionale: È vietato richiedere informazioni relative allo stato di salute per patologie oncologiche passate in ambito di procedure concorsuali, lavoro e formazione professionale, se il trattamento si è concluso senza recidive da più di dieci anni, con un periodo ridotto per patologie insorte prima dei vent’anni​​.

  • Accesso alle procedure di adozione: le indagini sulla salute degli aspiranti genitori adottivi non possono riguardare patologie oncologiche se sono trascorsi almeno dieci anni dalla conclusione del trattamento terapeutico senza recidive.

Il parere dell’esperto

“Il via libera al Senato rappresenta l’eliminazione di una discriminazione per coloro che hanno vissuto l’esperienza di tumore e vivono ingiustamente uno stigma sulla loro pelle, ogni giorno”. Commenta così l’approvazione della legge Sara Sindaco, avvocato giuslavorista e volontaria “di competenza” di LILT, è al servizio dei malati oncologici che hanno necessità di un supporto socio-legale (scopri qui il servizio gratuito di LILT dedicato ai pazienti oncologici e ai loro caregiver). Il servizio, che si occupa di dare informazioni sui diritti del malato oncologico, è nato proprio grazie a lei, affiancata dal settore Volontariato e dagli assistenti sociali dell’Associazione.


“Il diritto all’oblio oncologico – prosegue l’avvocata – è un traguardo di civiltà e rappresenta anche un riconoscimento a livello sociale. Chi ha superato la malattia ed è guarito non deve più essere additato e identificato come malato oncologico. Quello odierno è davvero un traguardo importantissimo. Possiamo presumibilmente immaginare, che dopo i tempi tecnici per gli ulteriori passaggi verso l’entrata in vigore effettiva dalla legge, già da inizio 2024 potremmo finalmente cancellare una discriminazione pesante che si protraeva da troppo tempo. Richieste di mutui, pratiche bancarie e assicurative ma anche procedure per adozioni, per coloro che da più di 10 anni hanno superato la malattia finalmente non saranno più una corsa ad ostacoli”.


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