Triplo negativo: nuove terapie

Triplo negativo: nuove terapie

Tre volte negativo purtroppo non sta per meno grave. Il tumore al seno triplo negativo è una malattia che colpisce fino al 20% delle donne ed è tra i più insidiosi. La buona notizia è che la ricerca farmacologica ha fatto passi da gigante per cronicizzare. Fondamentale essere seguite in una Breast Unit da un team multidisciplinare.

Sono tornata a casa con la diagnosi e la mia famiglia mi ha detto, per fortuna non è grave. Non è vero, ma non sapevo come spiegarlo senza sembrare quelle che voleva a tutti i costi ingigantire il problema.

A raccontarlo, sono molte donne con un tumore al seno triplo negativo. Già, perché “triplo negativo” per chi non lo sa, sembra il più semplice da curare. In fondo, questo è il pensiero comune, è tutto negativo. Invece purtroppo non è così.

Triplo negativo significa che non ha nessuno dei recettori che possono essere utilizzati come bersaglio per terapie mirate. Vale a dire, i recettori per gli estrogeni, il recettore per il progesterone, il recettore HER2. Riguarda il 15-20% delle diagnosi annue di tumore al seno ed è una forma aggressiva con una maggiore probabilità di recidive e di metastasi rispetto agli altri tipi di cancro al seno.

A chi rivolgersi

Il triplo negativo è un tumore complesso e che fino a qualche anno fa era pressoché orfano di terapie. Per fortuna però la ricerca ha fatto passi da gigante e insieme a una maggiore conoscenza della malattia, sono arrivate anche nuove terapie. Ma non è ancora abbastanza: per questo, continua incessante il lavoro dei ricercatori per rendere disponibili nuove strategie, al fine di aumentare le percentuali di sopravvivenza e la qualità di vita delle pazienti. In caso di diagnosi di tumore al seno triplo negativo, dunque, è indispensabile rivolgersi a una Breast Unit, perché qui è possibile essere seguite da un team multidisciplinare, avere le terapie più all’avanguardia ed essere coinvolte, se disponibili, in studi clinici mirati.

Le terapie

Il trattamento standard rimane a tutt’oggi la chemioterapia, ma non è più l’unica soluzione possibile. Grazie alle maggiori conoscenze, si sono aggiunte altre terapie con l’obiettivo comune di trasformare il tumore triplo negativo in una forma cronica Ad oggi quindi è possibile associare l’immunoterapia che è efficace circa in quattro casi su dieci, oppure trattamenti farmacologici mirati in base alle mutazioni genetiche evidenziate dagli esami. Da poco inoltre è arrivata una nuova categoria di molecole, chiamate anticorpo-coniugato che agiscono indipendentemente dal biomarcatore presente, al momento riservate solo nei casi di malattia avanzata, quando le altre terapie non hanno più successo.


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