Under 40: perché aumentano i casi di tumore al seno

Under 40: perché aumentano i casi di tumore al seno

Negli ultimi 30 anni sono quasi raddoppiati i casi di tumore al seno nelle giovani donne. Fumo, peso in eccesso e mutazioni genetiche sono i principali fattori di rischio che hanno fatto lievitare i numeri. Mario Rampa, senologo e responsabile dei progetti di prevenzione di LILT fa il punto su un trend preoccupante.

Aumento dei casi di tumore al seno tra le giovani donne under 40. È questa la notizia che sta sollevando ansie e incertezze in questo periodo. E che ci sia una variazione nei dati lo dimostrano anche i numeri: dati alla mano sono circa 8 su cento le donne con una diagnosi in una fascia di età precoce, al di sotto dei 40 anni per l’appunto, quando in più non c’è la possibilità, per questioni anagrafiche, di far parte di uno screening per la prevenzione del tumore al seno.

Ma quali potrebbero essere le ragioni di questo incremento? Quali controlli si possono eseguire? Ne parliamo con Mario Rampa, Senologo LILT – IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Responsabile Progetti di Prevenzione LILT

Dottor Rampa, quali possono essere le ragioni dell’incremento tra le under 40?

Si è perso il controllo sui fattori che hanno un ruolo nell’incremento del rischio di tumore al seno e mi riferisco in particolare a obesità e fumo. Oggi sappiamo, ad esempio, per quanto riguarda l’eccesso di peso, che il tessuto adiposo è la principale fonte di sintesi di ormoni estrogeni circolanti, con conseguente eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria. Ci sono anche dati importanti relativi al fumo, come ha dimostrato uno studio presentato nel 2018 al XIV Congresso Nazionale della Società italiana di tabaccologia (SITAB), il 4.3% delle morti per tumore al seno e il 4.7% degli anni persi o vissuti con disabilità in seguito alla malattia è da imputare al fumo, sia attivo sia passivo.

Che peso hanno il rischio familiare e genetico?

È destinato a incrementare e questo anche per l’avanzamento della ricerca. Tutti noi conosciamo il peso che può avere la presenza di una mutazione a carico dei geni BRCA 1 e 2, ma non sono gli unici. Abbiamo visto che ci sono famiglie con una forte presenza di donne che negli anni si sono ammalate di tumore al seno, oppure ovarico, ma non sono BRCA mutate. La sfida dei ricercatori è quella di identificare gli altri geni coinvolti, e in parte già si sanno, al fine di monitorare con maggiore attenzione le figlie e le nipoti sane di queste donne, che si sono ammalate a causa di una mutazione genetica differente da quelle note.

Al momento dunque cosa possono fare le donne under 40?

Occorre attivare una maggiore sensibilizzazione nei confronti di questa fascia di età, al fine di aumentare le consapevolezze nei confronti della possibilità di malattia. Il primo passo è sicuramente una visita senologica, che andrebbe eseguita a 25 anni: dalla conformazione del seno, i fattori di rischio, la presenza di casi in famiglia, è possibile impostare un percorso su misura, con controlli e cadenza.

Un percorso per valutare il rischio

LILT ha sviluppato un nuovo prevenzione personalizzato per valutare il rischio ereditario e familiare di sviluppare un tumore al seno. Il servizio si chiama SenoRisk, è dedicato a donne e uomini ed è coordinato dal senologo Mario Rampa.


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