Prostata: lezioni di prevenzione maschile

Prostata: lezioni di prevenzione maschile

La sua dichiarazione nel 2018, ho un tumore alla prostata con metastasi, la decisione di continuare a recitare, con il viso sofferente per la malattia. Parliamo di William Hurt, attore molto noto che ci ha lasciato pochi giorni fa. La sua, è la forma oncologica più diffusa tra gli uomini. Secondo i dati (AIOM-AIRTUM. I numeri del cancro in Italia), in Italia il carcinoma della prostata rappresenta oltre il 20% di tutti i tumori maschili diagnosticati a partire dai 50 anni di età.

La diagnosi precoce salva la vita

La diagnosi precoce può salvare la vita, ma purtroppo ancora oggi sono molti gli uomini che nicchiano all’idea di sottoporsi a controlli regolari. Eppure, sono l’unica strada percorribile, perché è una forma di tumore che non provoca sintomi, se non quando è in una fase avanzata. Al contrario, la diagnosi precoce, oltre a salvare la vita, può anche preservarne la qualità, attraverso una strada inaspettata, quella della Sorveglianza Attiva. Vale a dire, niente intervento chirurgico o radioterapico, nessuna terapia farmacologica, ma solo un monitoraggio attento. Ad oggi circa il 40% dei casi diagnosticati ogni anno in Italia è candidato a questa strategia.

Per saperne di più sulla sorveglianza attiva, leggi qui.

Ma quali sono i controlli ai quali dovrebbero sottoporsi gli uomini?
Ripassiamoli insieme

A 45-50 anni è il momento del primo controllo. È necessario quindi sottoporsi all’analisi del sangue per verificare il dosaggio del PSA, cioè della proteina che fluidifica il liquido seminale che si può alterare nel caso di infiammazione e di tumore della prostata.

Ma l’analisi da sola non basta, ci vuole anche la visita urologica che prevede l’esplorazione rettale e la valutazione clinica della ghiandola prostatica da parte del medico. L’esame è indolore e permette di cogliere attraverso il tatto eventuali variazioni nella struttura della ghiandola. La visita prevede anche una parte dedicata al colloquio, al fine portare in luce gli eventuali fattori di rischio e la familiarità.

In base a questa prima visita e ai risultati del PSA, si può mettere a punto il programma dei controlli che oggi è ancora più personalizzato grazie all’aggiunta della risonanza magnetica, quale ulteriore esame di controllo. 


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