Estate al riparo dalle malattie sessualmente trasmissibili

Estate al riparo dalle malattie sessualmente trasmissibili

È già calata l’attenzione sul Monkey Pox, o vaiolo delle scimmie. Eppure è una realtà. “È un virus della famiglia del vaiolo che si trasmette per contatto diretto o molto stretto come i rapporti sessuali”, interviene Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani. “L’infezione si risolve da sé in un paio di settimane, con riposo e antivirali se necessario, per i casi più gravi. La raccomandazione quindi è di stare a casa in caso di febbre, dolori muscolari, mal di schiena, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e di rivolgersi al proprio medico se compaiono vescicole o in generale eruzioni cutanee, in modo da eseguire il test ad hoc per la diagnosi”. Il Monkey Pox è un’infezione in più che va ad allungare la lista delle malattie sessualmente trasmissibili: candidosi, tricomoniasi, gonorrea, sifilide, clamidia, HPV o papilloma virus, e HIV.

Presenti tutto l’anno, le MTS (Malattie sessualmente trasmissibili), così si chiamano, tornano inevitabilmente a crescere nei mesi estivi. Complice, come sempre, una maggiore superficialità, che fa scordare le regole di prudenza.

Usare il profilattico, senza vergogna

È fondamentale non vergognarsi di usare il profilattico e di proporlo al proprio partner, per evitare rischi per la salute. Vale per tutti, il batterio che causa la clamidia può “lavorare” silenziosamente per anni e provocare sterilità in un caso su dieci. Attenzione anche alle tempistiche. Il profilattico va indossato già durante i rapporti preliminari. Le malattie sessualmente trasmissibili infatti si possono prendere anche attraverso il contatto con le mucose genitali, anali e della bocca.

In piscina? Prestare prudenza

Ancora pochi lo sanno, ma non tutte le MTS si “prendono” esclusivamente attraverso i rapporti sessuali. Questo vale in particolare per la tricomoniasi. È causata dal trichomonas vaginalis, un parassita microscopico che si può contrarre anche per contatto. Da evitare allora di sedersi a bordo piscina o su una sdraio, oppure sulla sabbia, senza interporre il proprio asciugamano. Oppure, utilizzare asciugamani, accappatoio e costume da bagno altrui. Infine, ultimo ma non meno importante, ricordarsi di usare sempre gli appositi copriwater usa e getta nei bagni pubblici.

Seguire uno stile di vita sano può aiutare

Un uso sconsiderato di antibiotici, l’alimentazione sbilanciata, il fumo di sigaretta, possono causare uno stato di infiammazione intestinale. Questa situazione contamina il microbioma vaginale e provoca un’alterazione negli equilibri tra batteri del genere lactobacillus e gli altri patogeni che convivono in vagina. Da qui alla Candida, l’altra malattia sessuale che non viene trasmessa solo attraverso i rapporti sessuali, il passo è breve.

Sì alla vaccinazione anti-HPV

La massima copertura è a 12 anni e comunque prima di ogni tipo di rapporto sessuale, preliminari compresi, perché in questa fase sono vicine allo zero le probabilità di “incontro” con uno degli oltre cento tipi del Papilloma, compresi quelli a rischio oncologico. Sono due dosi fino ai 15 anni di età a distanza di 6 mesi l’una dall’altra e tre dopo i 15 anni: una subito, l’altra dopo 2 mesi e l’ultima dopo 6 mesi dalla prima, per iniezione intramuscolo. Il vaccino è a carico del Servizio sanitario nazionale nel corso del dodicesimo anno di età, ma in alcune regioni le fasce si stanno ampliando.  

L’importanza di rivolgersi al medico

È del tutto inutile fare una lavanda vaginale con acqua e aceto o con altre soluzioni, subito dopo il rapporto sessuale a rischio. Meglio, invece, parlarne col medico. E senza pudori o vergogna: una diagnosi tempestiva salva la vita. Basti pensare all’HIV, che oggi si può curare bene grazie a farmaci di ultima generazione. Vale anche la regola di tenersi sotto controllo nei mesi successivi e di rivolgersi al medico in caso di sintomi diversi dal solito, come dolori al basso ventre, perdite. Alcune hanno tempi di incubazione lunghi: la sifilide, ad esempio, può dare segno di sé a distanza di un mese.

Credit: Pexels


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